L’Università degli Studi di Milano ha richiesto chiarimenti in merito alla corretta interpretazione delle disposizioni vigenti in materia di Sorveglianza sanitaria, in particolare riguardanti l’obbligo di sottoporre il lavoratore a visita medica in caso di assenza prolungata per malattia – superiore a 60 giorni – anche se non esposto ad alcun rischio lavorativo (chimico, biologico, meccanico o legato all’uso di videoterminali).

Il Ministero del Lavoro ha risposto con l’interpello del 6 febbraio 2024 n. 1, offrendo una panoramica della normativa di riferimento e precisando che:

• il datore di lavoro è tenuto a nominare un medico competente per la sorveglianza sanitaria, nei casi previsti dalla legge e quando richiesto dalla valutazione dei rischi sul luogo di lavoro. È importante che il datore di lavoro consideri le capacità e le condizioni dei lavoratori in relazione alla loro salute e sicurezza, evitando di assegnare loro mansioni specifiche senza il necessario giudizio di idoneità;
• la sorveglianza sanitaria viene condotta dal medico competente nei casi previsti dalla normativa o su richiesta del lavoratore, qualora il medico ritenga che ciò sia correlato ai rischi lavorativi;
• in particolare, è prevista una visita medica obbligatoria prima della ripresa del lavoro in seguito ad assenze per motivi di salute superiori a 60 giorni continuativi, al fine di verificare l’idoneità alla mansione.

La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ha chiarito che tale visita medica precedente alla ripresa del lavoro è necessaria laddove il lavoratore faccia ritorno alle medesime mansioni già svolte in precedenza.

Il Ministero del Lavoro ha concluso ribadendo che solo i lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria devono essere sottoposti alla visita medica per verificare l’idoneità alla mansione, come previsto dall’articolo 41 del D.Lgs. n. 81/2008.